Eracle uccise poi il centauro Nesso che voleva far violenza a Deianira. In continua evoluzione. Eracle con la sua grande forza batteva insieme le lastre che spinsero gli uccelli a uscire fuori dalla foresta, e quando gli uccelli furono visibili gli scagliò contro con le sue frecce mortali. La quarta fatica fu la cattura dela Cerva di Cerinea, nota come Cerynitis. Allora, ostruì una delle uscite, entrando attraverso l'altra e lottò con l'animale a mani nude, strozzandolo. Fu allevato da Anfitrione e Alcmena, un re umano e la regina, che erano cugini e nipoti di figlio di Zeus’ Perseo. Secondo alcuni autori l'eroe uccise i figli buttandoli nel fuoco, secondo la tragedia Eracle di Euripide, invece, li uccise a frecciate e stava per uccidere anche il padre Anfitrione, quando Atena gli scagliò contro il petto una pietra che lo fece cadere in un sonno profondo. Ad Eracle fu promesso come compenso per la liberazione una mandria di cavalli che erano stati donati da Zeus, ma dopo la liberazione della ragazza, il re rifiutò il pagamento. Le versioni più recenti sono stati per lo più commedie e satire. Eracle riuscì a portare Cerbero a Euristeo che però ne ebbe una tale paura che lo lasciò andare, e quindi ritornò nell'Ade. Anfitrione accidentalmente ucciso Elettrione e fu mandato in esilio con Alcmena a Tebe, dove il re Creonte lo purificato della sua colpa.Â. Il mattino successivo Anfitrione tornò a palazzo e si unì a sua volta alla moglie generando Ificle, il gemello più giovane di una notte di Eracle. Secondo un'altra versione, Eracle portò con sé Abdero ed altri compagni. Per cui Eracle in seguito tornò con un esercito, e devastato il territorio di Augia, uccise il re stesso con i figli, dopo di chè istituì i giochi olimpici. Sposò poi Deianira, figlia di Oineo. L'eroe impiegò per trovare ed uccidere il leone ben 50 giorni, nei quali di giorno cacciava e la sera tornava, stanchissimo, nel palazzo del re. Abitava in una caverna con due uscite ed era invulnerabile alle armi. La storia di questo eroe non è raccontata in una sola opera, ma ne sono … Un giorno, durante le lezioni, Lino volle punire Eracle per la sua indisciplina, ma l'eroe prese uno sgabello (o una lira) e lo uccise. Prendendo una freccia e rimuovendo il sangue del Idra dalla punta, la colpì alla zampa, azzoppandola, ma senza farle uscire una sola goccia di sangue, avendola colpita tra l'osso ed i tendini. Insieme si imbarcarono con Giasone per accompagnarlo alla ricerca del vello d'oro. Le loro penne erano metalliche e quindi emettevano un rumore molto acuto; chiunque entrava in contatto con loro veniva trafitto a morte. Alcmena era bella, maestosa, virtuosa, e saggio. Era, irritata di ciò, chiese ad Ilizia, dea dei parti di prolungare la gestazione di Alcmena, che durà ben 10 mesi, e di anticipare invece la nascita di Euristeo, che nacque appunto in quel giorno, dopo sette mesi di gestazione. Durante la caccia al leone si inserisce anche l'episodio della fondazione dei Giochi Nemei. Dopo che ebbe mangiato a sazietà, l'eroe ebbe sete e chiese del vino. Già nel viaggio di andata aveva innalzato le colonne d'Ercole ai due lati dello stretto di Gibilterra in ricordo del suo passaggio. Appena ebbe terminato il servizio presso Onfale, Eracle si recò a Troia per vendicarsi di Laomedonte, uccidendo lui e diversi suoi figli maschi, eccetto Bucolione, Titone e Podarce che fu da allora in poi chiamato Priamo (ma secondo Omero la vendetta dell'eroe si abbatté solo sul sovrano). Eracle iniziò a scagliargli contro le frecce ma, visto, che non sortivano nessun effetto, lo costrinse minacciandolo con la clava a rientrare nella sua caverna. Durante una sosta a Misia, Ila scese dalla nave con Eracle e si allontanò in cerca di una fonte d'acqua dolce. Quando Eracle arrivò al palazzo, l'eroe prese prigioniero il re. La cattura di Cerbero, guardiano dell'Erebo, con l'aiuto di Ermes e di Atena. Era fece in modo che Eracle fosse anche sottomesso ad Euristeo, che ne sfruttò le potenzialità per fargli compiere una serie di imprese al di là di ogni forza umana, divenute note come le dodici fatiche di Eracle. Le altre, invece, erano tutti doni delle divinità. Il mito di Ila rapito dalle Ninfe fu molto amato da pittori e poeti di epoca romantica, che più volte ritrassero il giovane irretito dalle ninfe delle acque. Cos’ha ancora da insegnarci questo antico mito? Ma Era rese pazzo Eracle e fece sì che egli uccidesse tutta la prole. Una volta che il cinghiale si fu stancato, Eracle gli balzò sulla schiena, lo atterrò, lo legò con le catene, se lo caricò sulle spalle e si incamminò verso Micene. Volendo privare segreto bambino l’amore del marito del prestigioso premio del trono micenea, Hera ha indotto la moglie Stenelo nel lavoro e ha fatto i gemelli radice più profonda nel grembo di Alcmena. Eracle divenne così immortale, e riconciliatosi poi con Era, visse in cielo eternamente giovane e sposò Ebe, da cui ebbe due figli: Alessiare e Aniceto. La foresta nella quale gli uccelli si appollaiavano era molto densa, e così al buio era difficile vedere qualsiasi cosa. Era raffigurato come un uomo robusto, coperto di una pelle di leone ed armato di clava. Tempo di lettura: 2 minuti Chi era Eracle? Tentando di pensare a un modo col quale scacciare gli uccelli dal loro nascondiglio, fu avvicinato da Atena, sua protettrice. Per catturare il toro l'eroe intrecciò un laccio, e poi inseguì la bestia finché la indebolì, gettandole il laccio intorno al collo. Era lo succhiò ma ha trovato anche lui potente, e lo rimandò a sua madre, che ha dato al bambino il nome di Eracle, il “Gloria di Hera.“ Â, La prima versione di questo racconto è stato attribuito a Esiodo (circa 750-650 aC), come parte del “Scudo di Eracle.” E ‘stato anche la base per una tragedia di Sofocle (5 ° secolo aC), ma niente di che è sopravvissuto.Â, Nel secondo secolo aC, il drammaturgo romano T. Maccio Plauto ha raccontato la storia come una tragicommedia in cinque atti chiamato “Jupiter in Disguise” (probabilmente scritto tra 190 e 185 aC), la rifusione la storia come un saggio sulla nozione romana di paterfamilias : si finisce felicemente.Â. Con l'aiuto di Efesto, concepì un modo per cacciare gli uccelli dalla foresta. Posted on Ottobre 16, 2020 by in Senza categoria, ... Eracle partecipò alla spedizione degli Argonauti portandosi dietro il giovane e bellissimo scudiero Ila. Augia però possedeva anche trecento tori neri con le zampe bianche e duecento stalloni dal pelo fulvo, oltre a 12 tori bianco-argentei, consacrati ad Elios, che difendevano il bestiame dall'attacco delle bestie feroci. Quando Eracle arrivò all'isola di Creta, il re, Minosse gli negò il suo aiuto ma diede la piena approvazione per catturare e portar via il toro minaccioso per Euristeo, poiché aveva causato devastazioni errando liberamente in tutto il suo regno. Folo, però, possedeva solo un orcio di vino che era proprietà di tutti i centauri. Ippolita era la figlia di Otrera e Ares. Il mito. Anfitrione andò a battaglia, impegnandosi a Zeus che non sarebbe tornato prima di aver vendicato morti fratelli di Alcmena e bruciato i villaggi delle Taphians e Teleboi a terra. Era, al sentire questo prese la forma di un Amazzone, sparse una diceria che Eracle era venuto a rapire la loro regina, e a portarla con sé in Grecia. Infine utilizzò la testa come elmo. Appena fu libero, però, scappò via con i pomi. In seguito nacquero contemporaneamente Eracle, figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione. Secondo Apollodoro, Euristeo non considerò valida questa fatica tra le dieci che doveva imporre ad Eracle, perchè era stato aiutato da Iolao. Mentre Alcmena era incinta, Era, moglie gelosa di Zeus’, aveva scoperto circa il suo bambino-to-be e fece Zeus giurare che nessuno dei suoi discendenti nati quel giorno sarebbe stato re di Micene . Fu allora che Poseidone rese furioso il toro per punire Minosse del sacrificio mancato, e l'animale cominciò a devastare Creta. La più grande Enciclopedia online di Miti e Leggende. Entrò anche nella mitologia romana, con il nome di Ercole. Nella lotta contro Eracle, Era aveva inviato, in aiuto dell'Idra, il granchio Carcino, che riuscì a mordere l'eroe ad un tallone prima di essere schiacciato. Nefele, nonna dei centauri, inviò allora una abbondante pioggia, ma Eracle riuscì lo stesso ad incalzare i centauri che furono costretti a darsi alla fuga e raggiunsero Capo Malteo, dove si rifugiarono presso il loro re Chirone, istruttore di Eracle. La settima fatica fu la cattura del toro di Creta. Le stalle dove tutti gli animai trovavano ricovero, però, non erano state mai pulite, e lo sterco accumulato per anni aveva scatenato una terribile pestilenza nel Peloponneso e resi improduttivi i terreni delle valli dove le mandrie pascolavano. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 2 lug 2020 alle 20:23. Secondo altri, invece, Anfitrione morì invece solo dopo la spedizione contro il re d'Eubea, dopo aver visto morire tutti i suoi nipoti. Il toro percorse l'Argolide, attraversò l'Istmo di Corinto e più tardi arrivò alla piana di Maratona, in Attica, dove fu catturato da Teseo. Eracle scelse quest'ultima. Subito dopo Euristeo, re di Tirinto e di Micene, lo chiamò a suo servizio. Creonte, re di Tebe, per riconoscenza gli diede in moglie la figlia Megara, dalla quale ebbe numerosi figli: otto secondo Pindaro, solo tre secondo Apollodoro che li chiama Terimaco, Creontiade e Deicoonte. Successivamente Chirone, con il tramite di Prometeo, riuscì ad ottenere da Zeus la rinuncia all'immortalità, ponendo fine così ai suoi tormenti. Zeus aveva altri piani. Secondo alcune versioni Anfitrione morì in quella battaglia, combattendo valorosamente a fianco del figliastro. Nel timore della collera di Hera, Alcmena abbandonato figlio di Zeus’ in un campo al di fuori delle mura della città di Tebe, dove Atena lo trovò e lo portò a Hera. Ogni soluzione, però, risultò inutile, e da allora, Chirone, essendo immortale, fu costretto a convivere con il dolore straziante che gli procurava la ferita insanabile. Quando Atlante ritornò non voleva riprendersi il Cielo sulle spalle, ed Eracle finse di volerlo aiutare purché gli desse il tempo di mettersi un cuscino sulle spalle. Nesso, morendo, diede a Deianira la camicia intrisa col suo sangue, dando a credere alla donna che l'indumento costituisse un potente filtro d'amore. La raccolta dei pomi d'oro delle Esperidi, che le fanciulle stesse e il drago Ladone custodivano nel remoto occidente, in un giardino. La successiva impresa fu quella dell'uccisione dell'Idra di Lerna, mostro figlio di Echidna e Tifone, una sorta di drago con molte teste (il numero varia, a seconda degli autori da 5 fino a 100), di cui una immortale. Eracle, quindi, tornò a Micene, trascinando il cadavere dell'animale, alla cui vista, Euristeo, terrorizzato, ordinò all'eroe di non entrare in città e di lasciare, anche per il futuro, il bottino delle imprese fuori dalle porte della città. Anfitrione tornò sulla terza notte, e fece l’amore con la sua donna, concepire un bambino pienamente umana, Ificle.Â. L'oracolo di Delfi impose all'eroe di servire per tre anni Onfale, figlia di Iardano, regina della Lidia, che lo mise a filare tra le sue ancelle. La terza fatica consisteva nel catturare vivo il cinghiale di Erimanto, che devastava l'Arcadia; mentre stava cacciando il cinghiale, Eracle, attraversando la regione nota come Foloe, decise di far visita al centauro Folo, che lo accolse con grande ospitalità, offrendogli da mangiare prezzi pregiati di carne che aveva fatto cuocere appositamente per il suo ospite (dal momento che egli stesso la mangiava cruda). Una volta domato il toro, l'eroe gli salì in groppa e lo cavalcò attraverso il mare fino al palazzo di Euristeo. Gli uccelli stavano distruggendo anche i raccolti e alberi da frutta, terrorizzando gli abitanti del luogo. Un giorno, infatti, Eracle incontrò un contadino di nome Molorco, il cui figlio era stato divorato dalla bestia, e che offrì all'eroe una sincera ospitalità. L'eroe si mise in viaggio pensando che questo doveva essere un compito facile da portare a termine, ma quando arrivò al Lago Stinfalo Eracle comprese che non era così. Durante la sosta in Misia, Ila venne rapito dalle ninfe del posto. Artemide concesse il perdono ad Eracle e gli fece portare la cerva viva al palazzo. Setacciò tutta la regione alla ricerca dell'amico ma senza risultato. Secondo il mito, Ila era anch'egli un semidio, essendo stato generato da Teiodamante e da una ninfa. Figlio di Zeus e di Alcmena, era nato a Tebe. Elettrione aveva un nipote, Anfitrione, che era un promessa sposa generale tebano al cugino Alcmena. Finalmente giunse al Caucaso, dove liberò Prometeo che in cambio gli rivelò che doveva inviare Atlante a cogliere i famosi pomi. Atena chiese ad Era di allattare il bambino, e la dea acconsentì. Eracle spiegò alla regina la ragione della loro spedizione ed ella rispose di prendere la cintura come un dono. Il mito a Roma. Carcino fu poi assunto in cielo come costellazione del Cancro. Eracle tornò poi in Grecia, dove distrusse la schiatta di Neleo, eccettuato Nestore. Poi incontrò Piritoo e Teseo, venuti a liberare Persefone e incatenati da Ade. Come risultato, figlio vile Stenelo, Euristeo, liquidata sentenza Micene, piuttosto che potente Eracle. Eracle, il semidio nato da Zeus e Alcmena, si invaghì della bellezza di Ila e lo rapì dopo aver ucciso suo padre Teiodamante, re dei Driopi. I Pomi d'oro delle Esperidi erano il dono di nozze fatto da Gea a Era. Qui la sua educazione fu continuata da un bovaro scita di nome Teutaro. L'eroe non si limitò a ucciderli ma distrusse anche le loro città, operando veri e propri massacri. Mentre Anfitrione era via, Zeus si travestì da Anfitrione e Alcmena sedotto, in una notte che era tre notti lunghe, concependo Eracle. Figlio di Crisaore e di Calliroe, re dell'isola Eritia, Gerione era un gigante con tre teste, sei braccia e sei gambe, cioè con tre corpi uniti su un unico ventre. Ercole nacque ad Argo. E’ conosciuto anche come Eracle. Durante una festa infatti un tebano, tale Periere, uccise il padre del re, Climeno, scatenando così una guerra fra i Mini di Orcomeno e gli abitanti della città di Tebe Il viaggio verso il giardino fu punteggiato di incontri e di difficoltà da superare. Tutto quello che c'eÌ da sapere su Hercules, Strane nascite in antichi miti e leggende. L'inganno di Zeus fu scoperto, e si racconta che fu lo stesso padre degli dèi a far riconciliare i due sposi e a far accettare ad Anfitrone a fare da padre putativo ad Eracle. E Eracle mortale passo-cugino era colui al quale ha portato i frutti delle sue dodici fatiche . //]]>. In Plauto versione, Anfitrione appreso di Zeus’ la rappresentazione e la seduzione dal veggente Tiresia ed era indignato. Giunto a palazzo, il re le consacrò ad Era e le lasciò andare liberamente per le piane di Argo. Ma chi era Eracle e quel’è l’aspetto esoterico e simbolico codificato dagli antichi greci nel racconto mitologico? Eracle, in seguito, come vendetta uccise Laomedonte e i suoi figli, ma risparmiò, alla richiesta di Esione, Podarce il figlio più giovane che più tardi divenne noto come Priamo che vuole dire "riscattato" perché Eracle lo scambiò per un bel velo che Esione aveva ricamato in oro. Per questa impresa Eracle si fece aiutare dal nipote Iolao. Eracle si fece portare a Trachine, e dopo aver fatto sposare Iole a suo figlio Illo, si recò sull'Oeta, e innalzata una pira, vi diede fuoco e vi salì sopra. Infine l'eroe tagliò la testa immortale, la seppellì e vi collocò sopra un enorme sasso, col sangue velenoso dell'idra tinse le punte delle sue frecce, che pertanto causavano ferite inguaribili. Il leone fu posto poi da Zeus tra le costellazioni per tramandare il ricordo dell'impresa. Nel momento in cui Ila si chinò per prendere l'acqua, una delle ninfe lo prese e lo tirò verso l'acqua per baciarlo, trascinandolo poi nel fiume con loro. Zeus allora tra un fragore di fulmini portò Eracle in una nube tra l'Olimpo. Hercules , meglio conosciuto per classicisti come Eracle, tecnicamente avuto tre genitori, due mortali e divino. http://www.ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Eracle&oldid=215811. Questi viveva in una regione selvatica e accidentata sulle spiagge del Mare Nero. Ma padre biologico Eracle era in realtà lo stesso Zeus. Durante il ritorno da questa impresa avvenne la maggior parte delle gesta di Eracle nell'Occidente mediterraneo. Eracle, così intento nella ricerca, lasciò che gli Argonauti ripartissero senza di loro. Eracle liberò Teseo ed uccise alcuni animali presi dagli armenti di Ade, per dare un po' di sangue ai morti, e dovette combattere col pastore Menete. Deianira, temendo che Eracle si innamorasse di Iole, per assicurarsi del suo amore gli fece indossare la camicia di Nesso. Anfitrione gli insegnò a guidare il cocchio, Castore lo esercitò nelle armi, Autolico nella lotta, Eurito nel tiro con l'arco, Lino e Eumolpo nella musica, Chirone nelle scienze. Nel momento in cui i due stringevano il patto giurando in maniera solenne, Fetonte, il capo dei dodici tori bianchi di Augia, caricò Eracle scambiandolo per un leone, ma l'eroe riuscì agilmente ad afferrarlo per il corno sinistro e forzando il capo al terreno lo stese per terra. Dal momento che ogni testa recisa ricresceva, Eracle chiese al nipote di incendiare una forestanelle vicinanze e di bruciare con i tizzoni ardenti i colli mozzati. Quando Eracle aveva appena 8 o 10 mesi, Era, per odio nei confronti di Eracle, una notte, dopo che Alcmena si fu addormentata, si intrufolò di nascosto nella stanza dei figli e depose due serpenti nella culla per ucciderli, Ificle iniziò a gridare, mentre Eracle, senza paura, ne prese uno per mano e li strozzò. Eracle, il semidio nato da Zeus e Alcmena, si invaghì della bellezza di Ila e lo rapì dopo aver ucciso suo padre Teiodamante, re dei Driopi.Ila, che peraltro aveva scoperto di amarlo a sua volta, ne divenne dunque l'eromenos e lo accompagnò nelle sue gesta in qualità di scudiero.Secondo il mito, Ila era anch'egli un semidio, essendo stato generato da Teiodamante e da una ninfa. Venuto il giorno del parto, il dio si lasciò sfuggire che quel giorno sarebbe nato un uomo che avrebbe dominato sopra tutta la sua stirpe. Dopo aver ucciso i Boreadi, che tuttavia fece seppellire accordando loro grandi onori, Eracle si propose di punire, e ben più ferocemente, due sovrani che si erano dimostrati sleali nei suoi confronti: Augia ed Eurito. Si celebravano, in suo onore, feste dette Eraclee o Diomeie. Era figlio di Alcmena e Zeus, lui era dotato di una forza sovraumana. Ma quando loro arrivarono a Temiscira, sulla bocca del fiume Termodonte, furono accolti cordialmente dalle Amazzoni, specialmente da Ippolita. L'odore del vino, però, attirò gli altri centauri che si presentarono, colmi d'ira e armati di massi, tizzoni ed alberi, a casa di Folo. Molorco aveva anche intenzione di uccidere il suo ariete, suo unico bene, per offrirlo ad Eracle, questi però distolse il suo ospite da compiere tale gesto, chiedendogli di aspettare 30 giorni: se entro quel termine egli non fosse ritornato vincitore dalla lotta con il leone, allora Molorco avrebbe dovuto sacrificare l'ariete in sua memoria, altrimenti avrebbero sacrificato assieme l'ariete in onore di Zeus Salvatore. Secondo Apollodoro, Augia rifiutò di annoverare quest'impresa tra le dieci che Eracle doveva compiere per suo ordine, in quanto l'eroe, avendo già pattuito una ricompensa con Augia, aveva cessato di essere al suo servizio. Eracle gli disse di non temere niente ed entrambi iniziarono così a bere. Le Amazzoni erano un popolo esclusivamente femminile e si crede che vissero nelle terre misteriose nel nord. Eracle propose ad Augia di ripulire le stalle prima del calar del Sole in cambio di un decimo dei suoi armenti. Eracle fu, quindi portato davanti ad un tribunale per essere giudicato, si salvò citando una sentenza di Radamanto, secondo la quale si poteva uccidere il proprio avversario per legittima difesa. Canova, Antonio - Eracle e Lica (1795-1815).jpg, Dulac, Edmond - Eracle e Deianira (1935).jpg, Glycon Ateniese - Ercole Farnese (III sec.a.C. Augia possedeva greggi e mandrie eccezionali, che per intervento divino, non si ammalavano mai ed erano fertilissime. Anfitrione, comunque, spaventato dalla sua forza lo mandò a pascolare il gregge sul Citerone. Eracle decise di liberare il paese da questa sciagura e pertanto si stabilì da Tespio. Si dice che fosse selvaggio come le sue cavalle; loro erano totalmente incontrollabili e furono legate da catene a una mangiatoia di bronzo. Admeta, la figlia di Euristeo implorò suo padre per il possesso di questa cintura. Augia, avendo saputo che Eracle aveva già ricevuto l'ordine da Euristeo di pulire le stalle, non volle mantenne la promessa fatta ed arrivò addirittura a negare di aver stretto un simile patto. Zeus la salvò, impedendole morte per spegnere le fiamme. La dea che provava antipatia per Eracle, rifiutò l'offerta, dicendo che essa avrebbe gettato gloria sugli atti dell'eroe, così il toro fu lasciato correre selvatico in Grecia. Augia accettò pensando che l'impresa fosse impossibile anche per un eroe del calibro di Eracle. Voleva un figlio che avrebbe difeso gli dei e gli uomini contro la distruzione, e ha scelto “pulito-ankled” Alcmena come la madre di suo figlio. Secondo Pindaro, Eracle inseguì la cerva verso Nord, attraversando l'Istria, nel paese degli Iperborei, fino a giungere dai Beati, dove Artemide l'accolse benevolmente. Zeus si unì ad Alcmena, approfittando dell'assenza del marito Anfitrione, partito per una spedizione contro i Teleboi, ed assumendo l'aspetto di Anfitrione, durante una lunga notte, prolungata per suo ordine, riuscì a violare Alcmena per generare l'eroe. Era stato allevato da Era che lo aveva poi posto nella regione di Nemea, dove divorava abitanti e bestiame. La figura di Eracle, Ercole per i Romani, è molto complessa e spesso ha creato una molteplicità di interpretazioni fra gli storici e ricercatori. L'eroe decise, quindi, di tributare a Folo dei magnifici funerali. Tespio, che aveva avuto dalla moglie Megamede 50 figlie, e che desiderava avere nipoti dall'eroe, gli fece trovare ogni sera una figlia diversa nel suo letto. Il vero nome di Eracle era Alcide (patronimico derivato dal nonno Alceo) che evoca l'idea della forza fisica, solo dopo l'uccisione dei figli che egli ebbe da Megara, quando Eracle andò a chiedere la sua penitenza alla Pizia, questa, tra le altre cose, le impose di assumere da allora in poi il nome di Eracle ("gloria di Era") a significare che tutte le imprese che l'eroe si apprestava a compiere sarebbero servite alla glorificazione della dea. Si recò allora da Atlante e si offrì di sorreggere sulle spalle il peso del Cielo durante il tempo che occorreva a compiere l'impresa. La cerva era molto rapida e per questo Eracle impiegò un anno intero per avvicinare la creatura. Poi, conoscendo la brutalità e le sofferenze che Diomede aveva causato, lo afferrò e lo gettò nella mangiatoia di bronzo in pasto alle cavalle. Nacque quindi una furiosa lotta in cui i primi a cadere sotto le frecce avvelenate di Eracle furono Agrio e Anchio. Eracle si unì a tutte nel buio; così stanco della sua giornata di caccia che credette di unirsi ogni sera alla stessa figlia. Secondo alcuni fu Ermes a porre il bambino sul seno della dea addormentata. Riuscirono facilmente ad impadronirsi delle giumente, soggiogando i servi che ne erano a guardia. Durante il viaggio di ritorno Eracle salvò la vita di Esione, figlia di Laomedonte, re di Troia. Eracle tagliò loro il naso e le orecchie e li mise in fuga, dicendo loro di portare quel tributo al loro sovrano. Eracle, che nel frattempo aveva sgominato tutti gli abitanti ed ucciso Diomede, in ricordo dell'amico scomparso decise di fondare la città di Abdera.
Novena Di San Giovanni Decollato In Siciliano, Frasi Sul Nome Caterina, Leggenda Santa Barbara, Pronto Soccorso Cto, Sentiero 503 Cornalba,